Restituire più acqua di quanta se ne consuma può sembrare un obiettivo ambizioso, ma giganti come Microsoft, PepsiCo e AstraZeneca si sono già impegnati pubblicamente a diventare water-positive entro il 2030. Anche il Green Deal europeo sottolinea il rischio crescente dello stress idrico per l’industria.

Ma una promessa è facile, un piano è un’altra cosa. In questo articolo scopri cosa significa davvero essere water-positive, quali tecnologie servono e come creare un piano concreto per il tuo impianto in Italia, Polonia o in qualsiasi parte d’Europa.

Cosa Significa “Water-Positive”?

Uno stabilimento è water-positive quando, ogni anno, restituisce più acqua pulita al bacino locale di quanta ne preleva.

Le modalità di restituzione includono:

  • Riutilizzo interno delle acque reflue trattate
  • Raccolta di acqua piovana
  • Progetti esterni (es. ripristino di zone umide o riparazione reti civiche)

Almeno il 50% dell’acqua restituita deve avvenire dentro i confini dello stabilimento per essere credibile.

Perché Conviene?

Innanzitutto, perché il quadro normativo europeo sta cambiando rapidamente. La nuova Iniziativa per la Resilienza Idrica dell’UE introdurrà limiti specifici per bacino idrografico. Questo significa che gli stabilimenti situati in aree a rischio idrico non potranno più operare liberamente. Muoversi in anticipo consente di evitare modifiche costose e improvvisate all’ultimo momento.

In secondo luogo, c’è il tema della continuità operativa. Anche il miglior impianto può fermarsi in caso di siccità. Se una torre di raffreddamento resta a secco, la produzione si blocca. Disporre di diritti idrici aggiuntivi è come avere un magazzino di sicurezza: protegge nei momenti critici.

Infine, non va sottovalutata la pressione crescente da parte di investitori e stakeholder ESG. Oggi l’uso dell’acqua viene valutato con lo stesso peso delle emissioni di CO₂. Dimostrare di avere un piano concreto per diventare water-positive è un chiaro segnale di rischio a lungo termine contenuto—e questo conta per attrarre capitali, superare audit e rafforzare la reputazione aziendale.

Le 4 Tecnologie Chiave per Diventare Water-Positive

1. Riutilizzo di acque a bassa contaminazione

Filtri a sabbia o tessuto + UV permettono il riutilizzo dell’acqua di risciacquo. Investimento minimo, rientro rapido.

2. Trattamento avanzato

Per acque con elevata COD o salinità:
MBBR + MBR per rimuovere organici, nanofiltrazione per ridurre i sali.

3. Zero Liquid Discharge (ZLD)

Ricompressione del vapore + cristallizzatori trasformano salamoia in sali solidi + acqua distillata.
Costosa, ma recupera fino al 95% dell’acqua.

4. Raccolta di pioggia e acque grigie

Tetti e parcheggi possono produrre 300–600 m³/anno ogni 1.000 m².
Serbatoi modulari = economici ed efficaci.

Roadmap in 5 Passaggi

1. Mappa i flussi
Con contatori SCADA o a ultrasuoni manuali, monitora i tubi principali per una settimana. Identifica i “grandi rubinetti”.

2. Parti dai litri facili
L’acqua poco sporca si può trattare e riutilizzare: -10/20% di consumo subito.

3. Abbina la tecnologia al carico
L’alta salinità uccide i batteri, gli organici intasano le membrane. Separa prima.

4. Monitora i riutilizzi
Conta i litri riutilizzati, non solo quelli prelevati. È quello che vogliono vedere auditor e investitori.

5. Compensa solo il necessario
Ripristina zone umide o ripara condotte cittadine solo per colmare l’ultimo gap. Le comunità apprezzano ciò che vedono.

Costi e Benefici

Gli impianti europei spendono in media €0,50–1,50/m³ tra prelievo e scarico.
Un ciclo di riutilizzo sotto €0,40/m³ si ripaga in meno di 3 anni.

ZLD è costosa, ma meno di un fermo produzione in piena siccità.

Errori da Evitare

Anche un buon piano water-positive può fallire se si commettono alcuni errori ricorrenti. Ecco quelli più frequenti:

Contare due volte lo stesso offset
Alcune aziende tendono a “gonfiare” i benefici dei progetti esterni di compensazione. Ma auditor indipendenti rilevano facilmente queste incongruenze. Ogni offset dichiarato deve essere unico, verificabile e non duplicato.

Trattare tutta l’acqua allo stesso modo
Non tutte le acque reflue richiedono lo stesso livello di trattamento. Cercare di processare tutto indistintamente porta solo a costi inutili. Meglio iniziare dalle correnti più facili e lasciare il 20% più sporco per ultimo, dove servono tecnologie più spinte.

Dimenticare la manutenzione
Membrane, resine e altri sistemi avanzati funzionano bene… ma non sono autonomi. Le membrane si intasano, le resine si esauriscono. Se non prevedi un budget OPEX adeguato, il rendimento cala e il ritorno sull’investimento ne risente.

In Sintesi

  • Essere water-positive = restituire più acqua pulita di quanta ne prelevi
  • Inizia con riutilizzi semplici, poi scala solo dove serve
  • Segui i 5 passaggi per un piano credibile e sostenibile
  • ProjectZero ti aiuta con audit, business plan e supporto operativo

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